Monday 5 March 2007

Sanremo 2007

Velvet: clicca per ingrandireEra da un po' che non me ne occupavo (vedi il mio articolo su A New Order Fan nel 2002) ma non ho mai smesso di seguirlo. Ho sempre sostenuto che il Festival va visto, è vero che è uno spettacolone nazional-popolare in cui conta più il vestito della valletta che non le canzoni, ed è pure vero che ogni anno ci sono canzoni atroci, ma è pur vero che ogni anno ci sono alcune belle canzoni che vale la pena di ascoltare nella loro unica esecuzione dal vivo con un'orchestra come quella. E poi accade sempre qualcosa d'interessante, per esempio quest'anno è spuntata dal nulla un'artista naif geniale come Momo, lanciata dal situazionista Chiambretti (Ippoliti ne sarebbe stato fiero).

Purtroppo da alcuni anni i cantanti della categoria Giovani riflettono la crisi qualitativa che c'è in generale tra gli emergenti della scena musicale italiana, anche al livello cosiddetto alternativo... quest'anno c'è persino arrivato un duo proveniente da "Amici" della De Filippi, i Pquadro, ovviamente pessimi.
Pier Cortese, che si era fatto sentire volentieri alla radio con Souvenir, ha deluso con Non Ho Tempo. Fabrizio Moro ha vinto con Pensa, che avrà pure avuto un testo anti-mafia, ma per il resto (interpretazione compresa), sembrava una canzone degli Zero Assoluto (non è un complimento).
Gli unici cantanti potenzialmente interessanti sono Stefano Centomo, che con la sua intensa Bivio mi ha ricordato le migliori Vibrazioni, ed Elsa Lila, un'albanese che non pronuncia perfettamente l'italiano, ma col suo timbro vocale ricorda la Mia Martini di Minuetto...
Veniamo ai Campioni: parlando di atrocità non si può non citare Al Bano: si è fatto scrivere Nel Perdono da suo figlio e da Renato Zero, ma il risultato è pomposamente kitch, anche oltre la sua media. E che dire allora della famiglia Facchinetti Robi & Figlio? C'è un limite al peggio? Sì, e si chiama Piero Mazzocchetti, ha fatto la sigla per un match di boxe su una rete TV tedesca, per cui è un campione, no? Vorrebbe il successo di Bocelli, ma facendo finta che abbia talento, dovrebbe innanzitutto portare canzoni decenti, a differenza dell'oscena Schiavo D'Amore (non perchè, con quel titolo, parlasse di sado-maso, era proprio orribile e basta).
La domanda sorge spontanea, Lubrano direbbe: ma Leda Battisti è capace di fare una canzone che non sia ispirata dal flamenco o almeno che non sia identica alla precedente? In confronto la Musica di Paolo Meneguzzi è quasi sopportabile.
Ci sono canzoni brutte ma innocue, come quelle dei Fratelli Bella e degli Zero Assoluto, un duo di DJ di RTL che sa cosa vogliono le ragazzine, anche se Appena Prima Di Partire stupisce per un basso semi-acustico probabilmente filtrato con chorus, che insomma sembra quasi che ci sia Peter Hook dei New Order... ho detto quasi!
E'stato l'anno del Teatro-Canzone, così dicono. Questo perchè, in effetti, alcuni brani richiedevano un'espressività fortemente teatrale. Questo, ovviamente, non era un problema per Paolo Rossi, che ha portato un brano inedito di Rino Gaetano. Ma se già Rossi non entusiasmava, l'effetto risultava decisamente patetico con Tosca e la sua marcetta pseudo-Brecht. Chissà che ne pensava Milva, grande fan di Brecht, che però non faceva molto meglio con The Show Must Go On di Faletti.
Ci sono artisti che in passato hanno portato bellissime canzoni a Sanremo, ma che quest'anno hanno deluso. E'il caso di Daniele Silvestri (la sua fiesta latina non mi risulta credibile), Antonella Ruggiero (anche lei con il testo impegnato, ma la musica era mediocre) e persino degli Stadio, che dopo aver pubblicato, nell'ultimo paio d'anni, un bel singolo dietro l'altro (Buona Sorte, Fammi Stare Con Te, E Mi Alzo Sui Pedali) sono venuti a Sanremo con una canzone deboluccia...
Cominciamo a parlare di canzoni decenti: Chissà Se Nevica di Mango, niente di irresistibile, ma piacevole come Mango sa essere... Amalia Gre riesce a mitigare l'effetto-Mazzocchetti (nemo profeta in patria) con una canzone sofisticata ed un'intepretazione da jazzista navigata. Meglio Così è una bella canzone, sarà pure fuori moda da decenni ma credo che Sinatra l'avrebbe cantata volentieri, e poi ha un ritornello semplice solo in apparenza, la melodia resta in sospeso con una soluzione che sembra provenire più dal jazz raffinato della Gre che non dalla canzonetta che di solito canta Johnny Dorelli.
Riesce ad emozionare parecchio Fabio Concato: ci sono più canzoni impegnate che teatro-canzone, ma la sua Oltre Il Giardino va oltre gli stereotipi e parla di un 50enne che si ritrova improvvisamente senza lavoro, tema attuale e troppo trascurato quando si parla di precariato. La soluzione della vicenda è poetica, ma soprattutto la musica è davvero intensa.
Simone Cristicchi, vincitore del Festival, ha dalla sua un ritornello molto emozionante, che ricorda il miglior Gazzè, e la credibilità: non è una popstar che ha improvvisamente deciso di dedicare una canzone all'argomento del disagio psichico, è un argomento che ha affrontato per anni in prima persona frequentando il manicomio dov'è ricoverato un amico e a cui ora ha dedicato addirittura un concept album con allegato un DVD con un documentario.
Nada ci ha abituato da parecchio tempo a proposte alternative, ma riesce ancora a stupire con la splendida Luna In Piena, interpretata insieme a Cristina Donà nella serata con gli ospiti. Un ritornello che sarebbe piaciuto al Bowie più sperimentatore.
Tuttavia, a mio parere, i migliori del Festival sono i Velvet (nella foto). Anni fa ci tormentavano con lo spaghetti-Britpop di Boy Band, ma hanno evidentemente attraversato un percorso di maturazione. Già Dovevo Dirti Molte Cose, un paio d'anni fa, ci aveva sorpresto con un brano molto intenso fortemente ispirato dai Radiohead. Tutto Da Rifare ha un'impronta più personale ed emoziona con un ritornello stupendo. Interessante il duetto col cantante delle Vibrazioni, un'altra band che aveva debuttato con uno stile banale ma che è cresciuta artisticamente sino all'ultimo singolo, Portami Via. Questo ci insegna che puoi sbagliare stile quanto vuoi, ma se hai talento prima o poi emergerà, e Tutto Da Rifare consacra quello dei Velvet.
Non fosse altro che per le migliori quattro o cinque canzoni, o per il sorprendente pezzo di Ficarra e Picone su Don Puglisi, anche quest'anno valeva la pena di vedere Sanremo...

No comments :

Post a Comment