Thursday 28 August 2003

Elio E Le Storie Tese - Cicciput

cicciput Cicciput è l'angelo dei soldi, secondo il televeggente Gennaro D'Auria... chissà se il "Maestro" può metterci in contatto anche con l'angelo del genio musicale... è probabile che Elio E Le Storie Tese siano ispirati già da tempo, perchè è difficile spiegare in modo semplicistico come siano riusciti a produrre l'ennesimo capolavoro, e allora affidiamoci alla fantasia, fantasia che certamente non manca neppure a loro... Quest'album arriva a quattro anni di distanza dall'enciclopedico Craccraccriccrecr dove, allo scadere del millennio, in pratica ogni genere musicale era rappresentato da una canzone. In Cicciput il suono torna a farsi un po'più omogeneo, sebbene sempre incredibilmente caleidoscopico, e appare la naturale prosecuzione di Eat The Phikis, il primo album dove si percepì chiaramente la compiutezza della maturazione musicale del talento ineguagliabile di questo gruppo.
Non è un semplice discorso di bravura di esecuzione, è troppo ovvio lodare la competenza tecnica di questi musicisti (formatisi al Conservatorio, alcuni fanno pure parte di una band tributo ai Weather Report e la fusion può piacere o meno, ma è certamente un'ottima palestra per uno strumentista...), è da dare per scontato che gente come Faso, Cesareo e Tanica siano tra i migliori al mondo nel loro ruolo.
Quello che stupisce davvero è che Elio E Le Storie Tese mescolano varie influenze, oltre alla fusion, al pop sofisticato, alla tradizione italiana, al soul, al progressive, e il risultato è un suono assolutamente unico e ricchissimo. Si tratta quindi di talento compositivo, di libertà di rompere gli schemi, anche grazie al pretesto dell'umorismo: è ovvio che le cervellotiche evoluzioni di Cani E Padroni Di Cani sono più giustificabili nell'ambito di una canzone "demenziale" che non in una canzone destinata ad un target più "tradizionale". Il tentativo è quello di far ridere l'ascoltatore col testo e l'interpretazione, in modo che possa sopportare soluzioni musicali talmente ambiziose che sarebbero ben più difficili da digerire per l'ascoltatore medio di un artista pop. La visione del caleidoscopio di Elio è vertiginosa, viene da chiedersi a chi somiglia la loro musica, ovviamente la risposta è impossibile: potrai trovare un frammento di strumentazione sontuosa come quella dei Toto, potrai trovare un brano di psichedelia come quella dei Pink Floyd, ma non troverai mai un altro gruppo al mondo che riesca a fare tutto quello che fanno Elio e soci.
Ecco perchè ogni loro album è un evento preziosissimo, sai che per ascoltare qualcosa di simile dovrai aspettare ancora anni, sino al loro prossimo disco... i testi, complessivamente, si mantengono su ottimi livelli e talvolta rivelano ancora soluzioni davvero esilaranti e geniali (per non dire dei divertentissimi spezzoni parlati tra un brano e l'altro...), anche se ovviamente non possono più avere la freschezza degli esordi. Ma, mentre passano gli anni, cresce l'interesse per l'aspetto musicale: se prima Elio E Le Storie Tese erano un gruppo che faceva ridere e suonava anche bene, ora divengono un gruppo che fa musica ineguagliabile e fa anche ridere. Per esempio in Budy Giampi (dove ritroviamo lo spassosissimo architetto Mangoni) l'ammirazione per la bellezza della musica è nettamente prevalente rispetto al divertimento per il testo quando Elio canta "un uomo non dovrebbe essere ucciso mai". Già in questo brano si può constatare che i cori, guidati dall'esperta Paola Folli, sono stati curati splendidamente.
Nell'album manca Al Mercato Di Bonn, un brano che si basa su Tanti Auguri A Te a cui partecipava Paola Cortellesi, per problemi di diritti d'autore (ebbene sì, la popolarissima canzoncina appartiene agli eredi delle compositrici...). Comunque il gruppo ha trasmesso il brano a Cordialmente, il loro programma su Radio DeeJay, invitando esplicitamente gli ascoltatori a non diffonderlo tramite file sharing... come no...
Sono tante, comunque, le gemme di questo album, dal meraviglioso funky di Gimmi I. e La Chanson (che ci parla di un garcon ancien qui ne va plus a la discotheque... mais le jeune filles sont a la discotheque...), alla ripresa del commento alla barzelletta del Fantasma Formaggino con Claudio Bisio prima di Fossi Figo, al delizioso inserto a metà tra Crosby Stills Nash And Young e Pink Floyd in La Follia Della Donna ("cosa sono i milioni quando in cambio ti danno le scarpe?").

Poi naturalmente c'è Shpalman, il singolo che si basa su Achille E Polissene di Collasse, che si può ascoltare in sottofondo durante l'intervento di Bisio, una dimostrazione che le radici del power pop vanno ricercate indietro di tre secoli, seguito da un esilarante appello di Crozza che ci invita a non disperdere la Toscana per il mondo tenendoci sassi come souvenir. Pagano è un delirio tra progressive e soul in cui risolviamo una crisi mistico-esistenziale imparando a costruire un ponte grazie ad un bootleg di Giulio Cesare, e come se questo non bastasse segue l'allucinatissima Abate Cruento, ripescata dal 1994, con un elegante intervento vocale di Rocco Tanica.
Viene da chiedersi come reagisce un ascoltatore medio a questo micidiale uno-due, tanto splendido quanto lontanissimo da ogni canone commerciabile... in compenso c'è il finale dell'album che riporta il tono su livelli più familiari, con Pilipino Rock, un divertentissimo rock'n'roll dove Elio interpreta magistralmente un domestico filippino che si prende la sua rivincita, e Litfiba Tornate Insieme, una marcetta populista che si avventura gustosamente nella tradizione cubana.
Un album così ricco da non stancare mai, neppure dopo ripetuti ascolti, suscita sempre divertimento per i testi e soprattutto per l'inventiva musicale. Sarebbe bello se ci fosse qualcun'altro che ci proponesse un disco così speciale, e invece Elio E Le Storie Tese restano assolutamente unici, ineguagliabili e insostituibili, probabilmente solo il sublime capolavoro dei Marlene Kuntz impedisce a Cicciput di essere l'album italiano dell'anno.

Voto: 9/10

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