Tuesday 21 January 2003

Diaframma - I Giorni Dell'Ira

diaframmaira Il 2002 è stato un anno davvero intenso per i Diaframma. Durante l'anno era già uscita la raccolta Sassolini Sul Fondo Del Fiume, che raccoglieva preziosi inediti registrati col secondo cantante della storia del gruppo, Miro Sassolini (persino la bozza di un album che avrebbe dovuto sancire una reunion a fine anni 90).
Poco prima della fine dell'anno è uscito un numero del Mucchio Selvaggio Extra con allegato l'ultimo strepitoso concerto con Sassolini alla voce, Live Al Big Club 1988 (imperdibili le esecuzioni di Boxe, Marta, Spazi Immensi, Tre Volte Lacrime, Siberia, Un Temporale In Campagna, Elena, Amsterdam, Memoria, Delorenzo, Caldo, praticamente tutte!), appena prima che Federico Fiumani decidesse di rifondare i Diaframma come cantante (salva la reunion estemporanea in occasione del ventesimo anniversario dell'apertura del Tenax di Firenze, sempre nel 2002!).
Intanto è uscito anche il nuovo album, I Giorni Dell'Ira... ovviamente il titolo non ha nulla a che vedere con l'IRA, l'etichetta che pubblicò i primi album epocali dei Diaframma a metà anni 80, come no... chissà, magari si riferisce alla guerriglia cattolica nordirlandese...
Si è parlato spesso di un tentativo di Fiumani di recuperare le sonorità new wave degli anni 80, dopo la svolta a metà tra cantautorato e pub rock degli anni 90. In effetti un paio d'anni fa aveva anche realizzato un tour particolarmente dedicato alle canzoni di quegli anni, e si può individuare questo sforzo nel precedente album, Il Futuro Sorride A Quelli Come Noi, a partire dalla copertina... ma in realtà questo tentativo è stato condotto con saggezza, evitando di abbandonarsi ad una sterile nostalgia e continuando il proprio percorso originale.
In questo senso il nuovo album sembra confermare questa tendenza: ormai la canzone di Fiumani si è stabilizzata su un rock d'autore, a volte vigoroso, altre delicato, che si pone al di là della contemporaneità, ma anche del revival.
Fiumani è semplicemente sé stesso, come sempre, nel bene e nel male, senza cercare ulteriori mutazioni, che del resto non avrebbero senso dopo 20 anni di carriera come patriarca del rock alternativo italiano.
Dopo avere gettato al vento, negli anni 90, due occasioni per il grande successo, la prima perchè non voleva sanremizzarsi, la seconda (più grave) perchè non voleva aspettare Maroccolo che stava per far decollare il Consorzio, continua per la sua strada, esempio di vera indipendenza in senso artistico ed organizzativo.
A parte stampa e distribuzione, fortunatamente curate dalla Self, Fiumani si produce da solo, si fa le copertine da solo e si procura anche gran parte delle date dal vivo, forte del fatto che può contare su un eroico zoccolo duro di fans, disposti anche a viaggi lungo l'intera penisola per seguirlo, e persino ad aiutarlo nella stessa fase organizzativa. Fiumani è stato il primo ad incarnare il punk (quello vero, mica quello da fighetti dei Punkreas e delle centinaia di cloni del finto punk californiano) in Italia, rimane anche l'ultimo ad impersonarlo nel modo più autentico.
Quest'album parte bene, Il Disprezzo, robusto ed ironico punk tra wave e garage, è anche il brano migliore. Ma anche la travolgente title track è davvero ottima. Seguono buone canzoni più in linea con la tradizione anni 90 come Sua Maestà e Il Disco Dei Replacements, ed è quasi superfluo ribadire i testi splendidi, tra umorismo e poesia, e un episodio davvero divertente come Nella Firenze Degli Anni 80, anche Signore Che Pulisci Il Mare è convincente. Sei buone canzoni, a cui ne seguono altre sei che lasciano un po'più perplessi, molto più approssimative, soprattutto dal punto di vista melodico.
Certo, unendo i brani migliori di ciascuno degli ultimi album otteniamo un capolavoro. Invece Fiumani pubblica spesso i suoi album e così ci ritroviamo con un album che è diviso in due con una precisione sorprendente. Del resto molti grandi artisti pubblicano album che hanno solo tre o quattro canzoni davvero eccellenti, solo che magari le distribuiscono meglio all'interno dell'album per cui quelle mediocri passano in secondo piano e l'album viene maggiormente apprezzato nel suo insieme. I brani migliori salvano abbondantemente I Giorni Dell'Ira, senza considerare che, nell'attuale decadente panorama italiano (tenendo conto che l'unico altro album degno di nota uscito nel 2002 in Italia è Amorematico dei Subsonica... che nostalgia per i fermenti di metà anni 90...), svetta come una delle uscite migliori.

Voto: 7/10

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